UDS replica a Don Mangiarotti
Caro Don Mangiarotti,
la prima cosa che ci chiediamo è: perché è così restio a citare il nostro nome? Non sarebbe più bello ed educato dire “Unione Donne Sammarinesi” anziché “un gruppo di persone” oppure citare il nome della nostra portavoce anziché dire “la signora sammarinese”? Sono regole base di rispetto ed educazione.
Inoltre, lei parla costantemente di libertà, tema molto caro anche a noi. Non capiamo quindi il motivo per cui, quando associamo il concetto di libertà alle scelte di vita di una donna (come la maternità), improvvisamente per lei il termine perde significato e diventa destino naturale, volere di Dio, obbligo morale ecc. Evidentemente, quando ci sono di mezzo le donne, la libertà individuale è un principio che lei proprio non riesce a concepire.
Rispettiamo la sua fede cristiana, che è anche quella di molte di noi, ma gli affari dello Stato non si scrivono con la fede. I cittadini chiedono diritti, non dogmi. Chiedono risposte concrete ai problemi quotidiani, non citazioni bibliche. Ognuno, poi, nella propria sfera personale e spirituale è libero di rispettare i precetti della propria religione, ma cosa c’entra tutto questo con uno Stato laico e con i diritti civili?
Dare un diritto a chi non ce l’ha non significa togliere qualcosa agli altri. È quello che è successo con le coppie omosessuali. La famiglia tradizionale non è andata distrutta solo perché le coppie lgbt hanno avuto il riconoscimento giuridico. Lo stesso discorso vale per la legalizzazione dell’interruzione volontaria di gravidanza che non obbligherà all’aborto le donne che ne sono contrarie, ma darà una possibilità a quelle che invece non vogliono sentirsi obbligate a procreare.
Quello che ci fa sorridere di più è il ragionamento simpaticamente contorto che la porta ad associare il calo demografico all’aborto! Il calo demografico è dovuto, caro Don Mangiarotti, ai problemi strutturali, economici e culturali della nostra società come il lavoro precario, pochi servizi per l’infanzia o semplicemente al fatto che le donne non si identificano più nel ruolo preconfezionato di madri, mogli o casalinghe. Nel periodo Fascista la legge italiana vietava l’aborto perché la “donna doveva procreare per la Nazione”. Oggi la donna deve essere libera di riprodursi come scelta consapevole e responsabile, non perché è la “fattrice” del Paese o perché il popolo sammarinese è prossimo all’estinzione, come lei ipotizza continuamente.
Infine, ma questo concetto proprio non le entra in testa, gli aborti diminuiscono nei paesi dove lo Stato, oltre ad aver reso legale e sicura l’interruzione volontaria della gravidanza, mette in atto misure efficaci di prevenzione, istituisce servizi di Pianificazione Familiare, tutela le lavoratrici e diffonde l’educazione sessuale. Solo così si può arrivare ad un Paese dove gli aborti sono ai tassi minimi e non con la criminalizzazione e la condanna morale.
La tolleranza, la misericordia, il rispetto e l’amore per il prossimo sono i capisaldi della fede cristiana e lei come sacerdote dovrebbe ricordarsene quando usa, nei nostri confronti, toni di disprezzo e odio. I suoi toni non ci fermeranno, quindi sarebbe bello che li rendesse più rispettosi e costruttivi.
Ci sorprende, infine, che non abbia trovato il tempo per replicare al suo collega Don Bucci che proprio due giorni fa affermava che “la pedofilia non ha mai ucciso nessuno, l’aborto sì”. Crediamo le sia sfuggito e attendiamo di leggere il suo comunicato in merito.
Non replicheremo più.
Buon lavoro.
Unione Donne Sammarinesi
Comunicato Stampa n. 17 del 17 febbraio 2020
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