Sessismo: tutti gli uomini c’entrano
“Se è ovvio che il sessismo riguarda tutti e tutte, è altrettanto evidente che il prezzo più alto delle sue disuguaglianze lo pagano le donne e le persone LGBTQI+.
All’apice della piramide di potere che chiamiamo patriarcato c’è il maschio eterosessuale in quanto tale. Ogni maschio eterosessuale che nasca dentro il patriarcato deve essere consapevole di abitare lo scalino più alto di una gerarchia di ingiustizia dove tutti quelli e quelle che stanno sotto di lui hanno meno diritti riconosciuti. Negarlo sarebbe non solo illogico sul piano intellettuale, ma anche scorretto su quello etico. Dire “Ma io cosa c’entro con questo” è infantile e un po’ furbo, perché significa non voler riconoscere la differenza tra il concetto di colpa e quello di responsabilità.
La colpa è un carico morale esclusivamente personale e, a meno che tu non abbia praticato deliberatamente un’ingiustizia o una violenza su qualcuna, ovviamente non è la tua. La responsabilità invece è un carico etico collettivo che ci riguarda tutti e tutte, perché le regole che seguiamo ogni giorno reggono la disuguaglianza che viviamo, anche se in misura diversa. La colpa ce l’hai o non ce l’hai. La responsabilità invece te l’assumi se pensi che quelle conseguenze ti riguardino e tu possa fare qualcosa per modificarle in meglio.
E’ in nome della responsabilità, non della colpa, se ogni anno celebriamo la Giornata della memoria delle vittime del nazismo, perché dopo la Shoah dire “Non ho mai messo un ebreo in una camera a gas” non è più sufficiente: abbiamo capito tutti che occorre lottare quotidianamente contro i focolai del razzismo che ancora permangono nella nostra società. Fuori da questa logica di assunzione della responsabilità, affermare: “Non sono maschilista” in fondo significa dire che “Le conseguenze del maschilismo non sono un mio problema e non le devo risolvere io”.
Il sessismo, come il razzismo, è una cultura aggressiva: pensare che basti viverci dentro passivamente per non averci niente a che fare è un’illusione che nessuno può permettersi di coltivare. Se agli uomini della mia generazione quest’illusione pare ancora possibile, tra i maschi più giovani è sempre più diffusa la consapevolezza di far parte di un sistema di privilegio da cui occorre dissociarsi attivamente”.
Michela Murgia: brano tratto dal suo libro “Stai zitta e altre nove frasi che non vogliamo sentire più” – Einaudi
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