Il discorso di Karen Pruccoli all’Assemblea Generale di UDS
“Vorrei iniziare rendendo omaggio a quelle donne straordinarie del nostro passato che, grazie al loro coraggio, alla loro determinazione, alla loro volontà di non accettare in silenzio la discriminazione e l’ingiustizia, hanno conquistato per le sammarinesi di ieri, oggi e domani diritti fondamentali che non dobbiamo mai dare per scontati.
Alcune non ci sono più, ma non sono dimenticate e dobbiamo fare in modo che non lo siano mai. Altre sono qui con noi e abbiamo la fortuna e l’onore di poter attingere alla loro esperienza, ascoltando le loro storie, storie di conquiste straordinarie ma anche di cocenti sconfitte e delusioni.
A loro dobbiamo dire grazie!
Siamo qui perché Unione Donne Sammarinesi rinasce dopo 32 anni dalla fine della sua prima esperienza. Negli anni ’70 e ’80 il contesto politico e sociale in cui si muovevano queste donne era profondamente diverso da oggi; avevano non solo il compito arduo di conquistare diritti che le donne italiane ed europee avevano ottenuto diversi decenni prima, ma si muovevano per cambiare la cultura in cui erano cresciute, una cultura che non doveva più vedere la donna sammarinese come un essere fragile, bisognosa di tutela o relegata ad un ruolo di mero servizio per la famiglia o la società o, peggio, essere incapace di decidere per sé stessa.
Quelle donne hanno avuto il coraggio di affrontare un Paese spesso nemico, mostrando che l’indipendenza delle donne è un valore, non una minaccia e che i ruoli e gli stereotipi predefiniti soffocano quanto di più bello l’essere umano ha da offrire. L’ambiente in cui si muovevano era ostile e l’ostilità veniva da più parti, dalla politica, dalla società, a volte dalle loro stesse famiglie. Non raramente sono state trattate con disprezzo, scherno o indifferenza, ciò nonostante hanno continuato forse più unite e convinte di prima.
Unione Donne Sammarinesi rinasce oggi nel 2019, sicuramente in un contesto storico e politico diverso, ma non meno carico di sfide e difficoltà. UDS rinasce in un momento di profonda crisi politica, economica, culturale e sociale, in un momento di incertezza, disorientamento e disgregazione.
San Marino ha bisogno e UDS rinasce per dire al Paese che le donne ci sono. In realtà le donne ci sono sempre state, ma disunite, ognuna a lottare, spesso da sola o in realtà isolate, per portare avanti piccole e grandi battaglie.
Oggi non siamo più disgregate. Penso che a qualcuno questa divisione abbia fatto gioco perché tutte le volte che abbiamo saputo mettere insieme le nostre forze abbiamo ottenuto ciò per cui ci muovevamo.
Unione Donne vuole diffondere la cultura dell’ascolto, del dialogo, del confronto, riportando nel Paese un senso di coesione ed unità che manca da tempo. Con le forze politiche ormai appiattite nello scontro ideologico e di potere, UDS dovrà confrontarsi cercando di costruire ponti, non muri, anche con chi non condivide alcune delle nostre priorità o finalità. Dovremo essere brave a trovare i punti in comune e lavorare affinché diventino realtà grazie ad un attento e rispettoso lavoro di squadra.
Non c’è alcun motivo per creare nemici quando possiamo creare alleati.
Il dovere di Unione Donne è essere attiva, propositiva e collaborare con le istituzioni, la società civile ma anche essere vigile affinché non si torni indietro rispetto ai diritti conquistati, come purtroppo sta succedendo in alcune parti del mondo occidentale.
Sebbene ci impegneremo a creare ponti, non lasceremo che per l’ennesima volta i diritti civili siano relegati alle questioni non prioritarie per il Paese. Pensiamo invece che la buona politica debba prima di ogni altra cosa assicurare a tutti i suoi cittadini pari dignità, pari opportunità e pari diritti perché un Paese dove nessuno si sente discriminato è un Paese forte dove regna la giustizia sociale e la prosperità.
Tuttavia, se alla fine del nostro percorso di confronto e dialogo, le richieste di Unione Donne rimarranno lettera morta, non esiteremo a far sentire in modo forte e chiaro la nostra voce. Non esiteremo a rispondere con fermezza qualora la volontà a parole della politica non si traduca in azioni concrete.
UDS ha inoltre bisogno di diffondere la cultura dei doveri. Quanto siamo tutti bravi a gridare a gran voce che vogliamo questo o quest’altro diritto ma quando si tratta di doveri ci dimentichiamo spesso di fare la nostra parte. Uno dei doveri verso il nostro Paese è la partecipazione attiva nella creazione della società che vogliamo e chiediamo. Dovremo abbandonare il pensiero comune “tanto ci penseranno gli altri anche per me”. Il gruppo che Unione Donne sta costruendo ha il dovere di impegnarsi, ognuno nella propria unicità, affinché il Paese che tutti sogniamo diventi realtà. Non possiamo più delegare agli altri.
Ancora prima di presentarsi pubblicamente, UDS è stata bersaglio di detrattori, calunnie e boicottaggi. Abbiamo scelto di non rispondere, perché siamo convinte che lo scontro non è mai una soluzione, che non cambieremo mai il pensiero altrui, soprattutto se basato sul disprezzo o la paura, con lo scontro a parole. Saranno le nostre azioni a parlare per noi, il modo in cui lavoreremo dirà chi siamo e quale siano le intenzioni dietro al contributo che vogliamo portare al Paese.
Questi attacchi sono la conferma di quanto ci sia ancora da fare, se in una società le donne che si uniscono devono essere viste come una minaccia o un problema.
Dico solo che spesso ci danno delle “femministe” usando il termine in toni dispregiativi, quasi fosse un insulto o qualcosa di cui imbarazzarsi o doversi giustificare. Spesso le persone pensano che maschilista e femminista siano termini equivalenti. La similitudine delle due parole inganna, ma sono concetti molto distanti.
Il maschilismo è l’atteggiamento derivante dalla convinzione che gli uomini siano superiori alle donne: i maschilisti considerano le donne per natura inferiori sul piano fisico, intellettuale, sociale e politico.
Il femminismo è innanzitutto un movimento storico con contenuti molto vari e complessi, ma l’obiettivo del femminismo nelle sue varie declinazioni teoriche e pratiche non è quello di affermare una “supremazia delle donne”. Il femminismo è nato da una semplice e concreta constatazione: che appartenere al sesso femminile, nascere donne anziché uomini, significa trovarsi al mondo in una posizione di svantaggio, di difficoltà e di inferiorità. I femminismi si sono infatti prodotti nel corso della storia a partire dai processi di esclusione a cui le donne sono state sottoposte.
La differenza col maschilismo è dunque il suo nascere da una condizione storica di non libertà e di non parità, non dall’auto-attribuzione di una presunta superiorità basata sul genere.
Eppure da molti è così che il femminismo viene considerato, in modo analogo al maschilismo, fino a portare le persone a credere erroneamente che il termine equivalga a misandria, odio verso gli uomini. Insomma le femministe sarebbero delle invasate, perennemente arrabbiate, magari che non si depilano, che bruciano i reggiseni in piazza e che considerano gli uomini nemici da abbattere. Niente di più errato e forviante.
Il femminismo vede nel genere maschile l’alleato più importante. Padri, fratelli, mariti, compagni e figli sono i nostri complici più preziosi e la nostra forza e niente potrà essere ottenuto senza il loro supporto e sostegno. Abbiamo bisogno dei nostri uomini, sono vitali per il raggiungimento dei nostri obiettivi. Se vogliamo un vero cambiamento nella società, dobbiamo lavorare tutti insieme, uomini e donne, motivandoci a vicenda come fanno gli amici, non i nemici. Come disse Tonino Guerra: “Una goccia più una goccia non fanno due gocce ma una goccia più grande”.
La parola più forte per noi nella nostra sigla è UNIONE: siamo infatti un’unione di persone, donne e uomini, cittadini e residenti, che vogliono, con la coesione e il dialogo, affrontare le sfide difficili ma non impossibili che ci attendono.
Ci dicono che le donne non sanno lavorare insieme, quando è vero l’esatto contrario. Le donne quando sono unite da obiettivi condivisi sanno fare fronte comune e cambiare il mondo. E’ già successo numerose volte nella storia dei diritti delle donne. Non dimentichiamoci però che nemici dell’unione e della coesione sono i personalismi e i protagonismi dei singoli; dovremo essere brave a difendere Unione Donne da questi nemici, ecco perché UDS è stata pensata con un sistema orizzontale dove tutte hanno lo stesso valore, dove non esistono gerarchie, dove ognuna e ognuno è paritario, in egual modo partecipante e rappresentante del gruppo.
Siamo qui per ricordare chi siamo state, chi siamo e chi vogliamo essere. Lo possiamo decidere insieme. Unione Donne Sammarinesi rinasce per tutti questi motivi, perché siamo libere, libere di decidere che futuro vogliamo per noi, per le nostre famiglie e per il nostro Paese.
Pensiamo che le donne possano farlo, questa volta unite, perché unite siamo più forti”.
Discorso di Karen Pruccoli, membro del Comitato Esecutivo di UDS, all’Assemblea Generale del 7 ottobre 2019, Sala Montelupo, Domagnano.
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