Harper’s Bazaar parla del nostro Referendum
Perché nessuno parla della lotta delle donne contro la legge sull’aborto a San Marino.
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Nella Repubblica vige ancora una legge del 1865 ma grazie a un gruppo di donne a settembre si andrà al referendum.
Non occorre andare in Arkansas o in Polonia. Pure nella vicina Serenissima Repubblica di San Marino, incastrata tra Emilia-Romagna e Marche, l’aborto è illegale. E sono previste pene durissime per chi interrompe la gravidanza: fino a tre anni di reclusione, e non solo per la donna ma anche che per il medico o per chi che la aiuta ad abortire. Ancora più grave, vale anche in caso di interruzione della gravidanza dopo uno stupro o in presenza di gravi malformazioni fetali.
“Però in caso di aborto per motivo di onore la pena viene ridotta a un solo anno di carcere. Insomma, se rimani incinta e non sei sposata e quindi è un’onta e vuoi salvare la tua reputazione, allora abortire è meno grave”, ci spiega Karen Pruccoli, presidente dell’Unione donne sammarinesi (Uds), gruppo femminista degli anni 70 che si è ricostituito e mobilitandosi con mille iniziative ha ottenuto che sul tema ci sia un referendum, la votazione si terrà il prossimo settembre.
“A San Marino vige ancora una legge del 1865, confermata in epoca fascista e di nuovo poi nel 1974. E da allora, nonostante in Italia nel ’78 sia stata approvata la 194 sul diritto alla procreazione cosciente e responsabile, è rimasta invariata. I cittadini hanno sollecitato più volte le istituzioni negli ultimi sette anni, ma niente. Noi abbiamo anche presentato un progetto di legge di iniziativa popolare, strumento che abbiamo qui, nel 2019. In teoria entro sei mesi il Parlamento deve pronunciarsi, ma questi mesi sono diventati due anni e mezzo, e tutto tace. Di conseguenza dopo questa ennesima volontà della politica di non legiferare in merito al diritto all’aborto abbiamo chiesto di indire un referendum, che si terrà il 26 settembre. Ci volevano 1000 firme, ne abbiamo raccolte tre volte tanto”, aggiunge Pruccoli, che è anche legale rappresentate del comitato promotore del referendum.
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